27-05-2020 Metodi alternativi a test animali, Enpa: Finalmente! Sapevamo che con l’impegno degli scienziati si sarebbe arrivati a questo obiettivo.
Evitare i test sugli animali è possibile. Paziente virtuale, metodo in vitro. Apprendiamo con grande soddisfazione che gli scienziati si stanno impegnando per ottenere i migliori risultati possibili senza l’utilizzo di test su animali. In particolare, l’Università di Catania avrebbe realizzato un software in grado simulare su una sorta di paziente virtuale la dinamica dell'infezione da virus SARS-CoV-2 sia per prevedere gli effetti di alcuni farmaci che dei vaccini. Nelle stesse ore l’Istituto Superiore di Sanità ha reso noto il risultato di uno studio messo a punto da un suo gruppo di ricercatori e pubblicato su Altalex che prevede l’utilizzo di “un metodo in vitro per controllare i lotti di vaccino, affinché' siano sicuri prima del loro rilascio in commercio” come “valida alternativa al controllo condotto attualmente sugli animali”. Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa: “Finalmente! Sono decenni che sollecitiamo questo obiettivo, ci voleva il coronavirus! Noi da sempre siamo convinti che la sperimentazione efficace passi attraverso metodi che non sono quelli della sperimentazione animale. E anche per quel che riguarda il Coronavirus ci risulta che le sperimentazioni più avanzate siano già prevalentemente al livello della sperimentazione sul malato. Queste notizie sono finalmente la riprova che la scienza può e deve ambire a metodi sempre più avanzati che non comprendano l’utilizzo di animali. Ora stop quindi alla sofferenza inferta agli animali utilizzati come cavie”.
Il software dell’Università di Catania è stato sperimentato per simulare sia la dinamica dell'infezione da virus SARS-CoV-2 sia per prevedere gli effetti di alcuni farmaci e vaccini. Bene anche l’impegno dei ricercatori di “fornire evidenza alle autorità regolatorie per evitare del tutto cavie animali". Prima delle simulazioni sul nuovo coronavirus, il gruppo di Catania aveva utilizzato il paziente virtuale per quanto riguarda la tubercolosi, sulla quale è stato promosso il primo test in silico in Europa, e le malattie autoimmuni, in particolare la sclerosi multipla.